NOSTRADAMUS - UN PROFETA PER TUTTE LE STAGIONI

"Un piccolo trucco che fece grossi danni fu un opuscolo, all'apparenza innocuo, che fu distribuito  in gran quantità dai nostri agenti e anche lanciato dagli aerei. Stampato in francese e presentato come un'edizione delle "Profezie di Nostradamus" (e infatti ne conteneva diverse), il libricino prevedeva distruzioni  immani a opera di "fiammeggianti macchine volanti". mentre il Sud-Est della Francia sarebbe stato immune dal disastro. Mentre preparavo questo opuscolo, non immaginavo che avrebbe avuto il tremendo effetto che ebbe. Tutti gli sforzi delle autorità francesi di impedire l'esodo della popolazione verso il Sud-Est furono vani".

Questo ricordo di Walter Schellenberg, capo della Sesta Sezione (spionaggio estero) del Reichssichersheitshauptamt  contiene, forse, uno dei più formidabili misteri della Seconda guerra mondiale. Nei primi mesi del conflitto contro la Francia (estate 1940), i tedeschi usarono come arma segreta sedicenti profezie di Nostradamus (1503-1566), il più celebre astrologo di tutti i tempi. I tedeschi fecero credere che questi avesse previsto l'invasione del Paese da parte della "Grande Germania", e che solo la parte sud-orientale sarebbe stata risparmiata dal turbine di fuoco de gli Stuka. Quando i nazisti attaccarono Parigi, verso nord, in direzione della Manica, trovarono le vie sgombre da profughi,proprio come volevano.

STRUMENTO POLITICO 

Che la propaganda e la  manipolazione facciano vincere battaglie e guerre è cosa nota; ma che alcune migliaia di opuscoli abbiano potuto determinare lo spostamento in massa diuna popolazione è un fenomeno che sbalordì lo stesso ideatore di questa messinscena. Lo stratagemma di Schellenberg era certo astuto, ma non avrebbe avuto tanta efficacia se non avesse potuto contare sulla plurisecolare fama di Nostradamus. Bastò quel nome, messo in calce a quartine spurie o manipolate, perché la geme si fidasse ciecamente di quelle pretese profezie.

Le previsioni dell'astrologo per anlonomasia sono infatti così ambigue da prestarsi alle più svariate interpretazioni. Così, fin dal XVII secolo la raccolta delle "Profezie di Nostradamus" fu utilizzata per scopi politici. E sempre ad alto livello, nelle corti più importanti d'Europa.

CONTRO MAZARINO

L'esempio più clamoroso, prima del caso nazista, risale al 1643. Il  14 maggio  di  quell'anno  morì  Luigi XIII , re di Francia, e il primo ministro cardinal Mazarino divenne di fato padrone del regno. Il cardinale, per la sua politica estera aggressiva, aveva continuo bisogno di denaro, c perciò impose tasse alla nobiltà c aumentò i tributi per il popolo: si guadagnò così l'odio della nazione intera.

Nel 1648 il malcontento si trasformò in un movimento di violenta opposizione dell'aristocrazia contro la politica assolutista di Mazarino, che passò alla storia come "La Fronda". In quello stesso anno, uscì un'edizione della "Profezie di Nostradamus", che recava la falsa data di pubblicazione l568, c che comprendeva due quartine  apocrife,  attribuite  all'incomestabile indovino. A differenza di quelle autentiche, queste quanine erano facilmente comprensibili: in una si diceva che "quando lnnocenzo terrà il posto di Pietro" (riferimento a Innocenzo X, pontefice regnante durante "La Fronda") il "siciliano Nizaram" (nome dall'evidente analogia con Mazarino) cadrà "nel fango di una guerra civile". L'altra assicurava la fine ingloriosa di un "grande Creso" (sempre Mazarino, di cui era nota l'enorme ricchezza accumulata).

Anche in epoca napoleonica Nostradamus ebbe un notevole ritorno di popolarità; molti videro in Bonapane quel "Gran Monarca" che appare in diverse quartine. Ma, sempre a riprova dell'ambiguità d elle profezie, c'era chi le leggeva in chiave favorevole (Nostradamus aveva previsto la straordinaria ascesa del Còrso) chi in chiave negativa (Nostradamus aveva previsto la disfatta del tiranno). E ancora oggi non cessano di venir pubblicate previsioni del futuro mondiale (dalla caduta del Muro di Berlino nell'89, all'11 settembre 2001) basate sulle quartine di Nostradamus "finalmente messe in chiaro, dopo secoli di fallimenti". Ma ch i fu quell'uomo, e perché la sua fama è stata così solida e duratura?

EBREO, MA NON TROPPO.

Miche] de Nostredame, che latinizzò il proprio nome in Nostradamus, nacque  a Saint-Rémy-de-Provence il 14 dicembre  1503, in una casa di Rue du  Viguier.  Un  suo discepolo e biografo, Jean  Aimé dc Chavigny,  scrisse che il  futuro  veggente  nacque   a  mezzogiorno, ma  questa  meticolosità documentaria non  è  che  un  omaggio  postumo al  maestro, per il quale era adatta come ora natale nulla  di  meno che l'esaltazione del Sole al meridiano. Nostradamus era di origini ebraiche, ma i suoi antenatti si eramo convertiti  al cattolicesimo  e  lui  stesso  ignorava l'ebraico, anche se molti esegeti improvvisati enfatizzano la conoscenza  che il veggente avrebbe avuto della Qabbalah.

Michel de Nostredame giunse ad Avignone nell'autunno del l518, destinato allo studio di grammatica e retorica, le cosiddette arti liberali, che allempo costituivano l'indispensabile preparazione per accedere all'università.

Nel 1521, il giovane provenzale ottenne il titolo di maestro d'arti, più o meno l'attuale diploma superiore. Ancora non si interessava di astrologia o profezie: si occupava di erboristeria e farmacia. Non avene nell'autunno del l518, destinato allo studio di grammatica e retorica, le cosiddette arti liberali, che allempo costituivano l'indispensabile preparazione per accedere all'università.

Nel 1521, il giovane provenzale ottenne il titolo di maestro d'arti, più o meno l'attuale diploma superiore. Ancora non si interessava di astrologia o profezie: si occupava di erboristeria e farmacia. Non aveva neppure in mente, ancora, di diventare medico, altrimenti non si sarebbe dedicato allo studio delle piante medicinali. Infatti le facoltà di medicina non accettavano studenti che avessero avuto pralica di "pharmacaitre", come si diceva allora, considerata un'occupazione inferiore,indegnadi un medico. Nostradamus, invece, come scriverà lui stesso, dedicò "la più grande parte dei miei giovani anni alla farmacia e alla conoscenza e studio dei mezzi per guarire; per più terre e Paesi, dal 1521 al 1529, sempre vagando, per apprendere la sorgente e l'origine delle piante e altri mezzi dalla facoltà curatrice".

IN VIAGGIO.

Il futuro astrologo percorse in questo modo gran parte del Sud-Ovest della Francia: Guienna, Linguadoca, Provenza, Delfinato, Lionese... Conobbe erboristi e farmacisti, di alcuni dei quali cita i nomi nella sua opera "Traité des Fardements et Confitures (Trattato dei cosmetici e delle confetture). Finché, nell'autunno del l529, Michel non decise di iscriversi alla facoltà di medicina a Montpellier, la più rinomata del regno.

Il giovane aveva compreso che tisane e decotti non gli avrebbero dato la fama e l'onore cui ambiva. Il 3 ottobre l529, Michelet de Nostre-Dame (così si firma e il documento è tuttora conservato) domandò l'iscrizione alla facoltà di medicina; ma il Procuratore degli studenti, Guillaume Rondelet, lo radiò, perché lo studente era farmacista ed "era stato sentito dir male dei medici". Michel non si dette per vinto: chiese e ottenne la protezione di un altro Procuratore, e si iscrisse il 23 ottobre l529. Non sappiamo quando Nostradamus ottenne la laurea in medicina, perché gli archivi dell'università sono andati perduti. La data più probabile è il l533.

Verso quell'anno,  Nostradamus si recò ad Agen, in Aquitania, su invito di un erudito italiano, Giulio Cesare Scaligero. La città dovette piacere molto al giovane medico, perché vi si fermò per sei anni. Ma il periodo che va dal l533 al l539 è il più oscuro di tutta la vita di Nostradamus. Sappiamo che ad Agen si sposò, ma non conosciamo il nome della moglie. Il suo primo biografo, Jean-Aimé de Chavigny, dice solo che era una "fort honorable demoiselle" ("una signorina molto per bene"). Da questa donna nacquero due figli, anche loro rimasti senza nome.

CONTRO LA PESTE.

Nel 1546 Nostradamus venne chiamato dalla città di Aix­en-Provence a combattere la peste che viera scoppiata. Non c'è da stupirsi: i maghi (o in alternativa gli uomini di Chiesa), erano spesso l'unica arma contro quello che ai più pareva un castigo divino. L'anno successivo l'epidemia arrivò a Lione, e Nostradamus fu convocato nuovamente, grazie all'esperienza giá accumulata, per cercare di salvare la città. Restò miracolosamente sano e, in quello stesso anno, si traferí a Salon-de-Provence, dove si stabilì definitivamente.

A 43 anni compiuti dopo una vita itinerante, Michel voleva mettere la testa a posto. A Salon prese moglie: una ricca vedova senza figli, tale Anne Ponsard. Con i proventi della professione di medico, ma anche con la cospicua dote. Nostradamus acquistò una casa nel quartiere Ferreiroux. Casa che esiste ancora, e che si trova al numero 2 di quella che oggi è, ovviamente, rue Nostradamus.

Nel l548-l549 Nostradamus andò in Italia. Si trattò probabilmente d'un viaggio di istruzione: forse desiderava approfondire certe conoscenze o scambiare esperienze con altri medici. Sappiamo che durante i due anni di permanenza in Italia (a Savona, Milano e Genova), egli prescrisse medicine, di sua formulazione, a personaggi della nobiltà, ilche testimonia come ormai fosse una celebrità.

SVOLTA MAGICA. 

Al  ritorno  dal tour  italiano Nostradamus  iniziò a  pubblicare le sue "Prognosticacions Astrologiques" (Previsioni astrologiche),  opuscoli annuali che avrebbe continuato a far uscire fino alla morte, 17 anni più tardi.  Non è possibile sapere se il viaggio nel nostro Paese lo avesse in qualche modo stimolato,  ma  è  probabile. Forse il medico francese conobbe qualche collega appassionato di astrologia; o forse venne a contatto con la pubblicistica profetica che, soprattutto a Venezia, era allora molto diffusa.

Fu così che si arrivò al libretto che diede fama imperitura a Nostradamus. Fu stampato il 4 maggio l555 a Lione, dall'editore Macé Bonhomme. Formato da appena 46 fogli di dimensioni ridotte (8 per 13 cm), il volumetto è oggi rarissimo: se ne conosco­ no due sole copie originali, conservate nei Fondi Rochegude della Biblioteca d'Albi (Francia) e nella Osterreichische Nationalbibliothek di Vienna. Con piglio da consumato uomo di marketing, non pubblicò il suo corpus profrtico in una sola volta: lo fece uscire in tre successive edizioni (l'ultima nel 1558), ciascuna delle quali si accresceva di nuove profezie (per un totale di 360 quartine).

SUCCESSONE. 

Il nome di Nostradamus fece rapidamente il giro delle grandi corti d'Europa. Come spiegarlo? In parte era lo spirito dei tempi. Ma fattore essenziale fu una circostanza frutto dell'inventiva di Miche!: Nostradamus scrisse moltissimo. Ogni anno pubblicava almeno un almanacco astrologico, o anche più di uno. Così, l'abbondante produzione del veggente si impose all'attenzione.Come è facilmente intuibile, più cose vengono previste, più alte sono le probabilità che qualche profezia si avveri.

Inoltre, lo stile di Nostradamus era il perfetto stile oracolare, degno della Pizia greca: oscuro, ambiguo, allusivo, vi si poteva trovare tutto e il suo contrario.

Nostradamus, infine, era un medico, uno studioso vero, "certificato" da una formazione universitaria. Conosceva l'italiano, il latino e un po' di greco. Parlava poco, aveva un aspetto austero.Insomma, incarnava il ruolo del vecchio saggio che promana autorevolezza; perciò le sue previsioni erano accolte con rispetto.

TRA I VIP. 

Certo, i nemici non gli mancavano. Come il medico e astrologo Laurens Videl, che accusò Nostradamus di incompetenza a strologica:lo definì addirittura "grosso asino" e "grossa bestia". "Uno che non avesse mai visto un libro di astrologia", gli scrisse, rivolgendosi direttamente a Michel, "non saprebbe fare errori più grandi di quelli che fai tu".

Tuttavia, sebbene avesse agguerriti nemici, Nostradamus poteva contare su importanti santi in paradiso. Nel dicembre i559, Margherita di Francia, sorella di Enrico II, e suo marito Emanuele Filiberto di Savoia, in viaggio da Parigi a Nizza, andarono a Salon apposta per fare visita al veggente. Divenuto ormai l'astrologo dei vip, Nostradamus non si curava affatto delle disposizioni del Concilio Laterano V (1512-1517) che vietavano la pubblicazione delle profezie. E neppure diede peso all'"Ordonnance d'Orléans" del re di Francia (31 gennaio 1560), che proibiva nel regno la stampa di almanacchi che non avessero l'imprimatur del vescovo.  Del resto, grazie alle sue entrature,  Nostradamus non aveva difficoltà a ottenere l'autorizzazione episcopale, tanto che poté dedicare l'almanacco del 1562 allo stesso papa Pio IV.

Tanto favore si doveva al fatto che Nostradamus, ai suoi clienti, non prediceva mai sventure. Gli oroscopi dei nobili era no pieni di allarmi, ma anche di meravigliose promesse. Per la dinastia francese Nostradamus divenne un oracolo propagandistico: prevedeva  infatti che tutto il mondo sarebbe stato sottoposto a  un "Gran Monarca" e che questi sarebbe stato francese.

IL "GRAN MONARCA".

Quando il profeta di Salon pubblicava le sue Profezie, dal 1547 sedeva sul trono di Francia Enrico II, figlio di Francesco I, che da Caterina de Medici aveva avuto due figlie e quattro figli, uno dei quali era Enrico. Sappiamo che Caterina chiamò Nostradamus a consulto sul destino dei figli, e che egli venne ampiamente ricompensato. Forse perché proprio per Enrico, il cocco di mamma pur essendo terzogenito (e che darà poi una caccia ostinata al trono, diventando re col nome di Enrico III Nostradamus aveva profetizzato un impero mondiale.

Non fu così. Se il veggente fosse vissuto più a lungo (morì quando Enrico aveva 15 anni} avrebbe assistito alla sua triste storia: Enrico ITI fu un sovrano di scarso valore,  amante del lusso sfrenato e dissipatore. La sua giovane vita sarebbe stata spezzata dal pugnale di un frate fanatico che lo ammazzò il l° aprile 1589, perché lo riteneva troppo debole con i protestanti.

SEMPRE DI MODA. 

Nostradamus morì il 2 luglio 1566, ma per lui si apriva una nuova era: quella della continua esegesi delle sue quartine. Tra i più noti interpreti postumi ci fu l'ottocentesco Anatole Le Pelletier, che sciolse alcuni anagrammi seminati dall'indovino nei suoi testi: "Rapis sta per Paris, Nersaf per France, Eiouas per Savoie, Chiren per Henric, Loin per Lion".

Ogni epoca, del resto, riscoprì Nostradamus in modo diverso. Se in età romantica fu considerato più poeta che astrologo. in epoca positivista i lettori subirono il fascino dei suoi codici. Ne derivò una nuova scuola intcrpretativa: la ricerca di una logica interna alle Centurie, come furono chiamate le centinaia di versi del provenzale. Si studiarono cioè come elementi di un puzzle che doveva essere ricomposto per svelare il messaggio nascosto. I versi divennero tessere di un mosaico che appare assurdo solo perché volutamente messo in disordine. Ricomporlo è il compito che ancora oggi si danno gli esegeti di un profeta che forse poco sapeva di astrologia, ma molto di psicologia umana.


Di Paolo Cortesi, estratti "Focus Storia", n. 90, aprile 2014, Milano. Compilati, digitati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

















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