STORIA DELLA BANDIERA ITALIANA


La nostra bandiera ha 215 anni. Essa nacque ufficialmente il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia, con la proclamazione della Repubblica Cispadana, stato unitario formato dalle province di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Bologna, costituitosi durante la Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte (1769-1821). Le strisce del vessillo erano già verde, bianco e rosso, ma erano disposte orizzontalmente e, al centro, compariva una faretra con quattro frecce, in rappresentanza delle quattro città emiliane.
Anche se nella versione popolare il verde corrisponde ai prati, il bianco alle nevi delle Alpi e il rosso al sangue dei caduti per la patria, l’adozione di questi colori derivò dal tricolore francese, testimone della Rivoluzione e degli ideali di libertà e giustizia che si stavano diffondendo anche nella nostra Penisola. Il verde, probabilmente, fu adottato ispirandosi alla divisa della Guardia Civica della città di Milano, il cui stemma comunale, per inciso, era una croce rossa su campo bianco. Questa prima bandiera durò solo sei mesi, perché nel 1798, con la proclamazione, a opera di Napoleone, della Repubblica Cisalpina, le strisce passarono da orizzontali a verticali.
Durante la Repubblica Italiana (1802-1805) con presidente il Bonaparte, essa cambiò completamente: in un quadrato rosso fu inserito un rombo bianco, che conteneva, a sua volta, un quadrato verde. Quando “l’uom fatale” si autoproclamò re d’Italia e sorse il Regno Italico (1805-1814), fu aggiunta un’aquila imperiale. La Restaurazione seguita al Congresso di Vienna del 1814, nel tentativo di soffocare le speranze rivoluzionarie e ristabilire lo status quo pre-napoleonico, cercò di limitare e punire anche l’uso delle bandiere insurrezionali, riconoscendo loro un forte valore emotivo e di aggregazione.
L’emblema verde-biancorosso continuò, comunque, a sventolare durante i vari Moti Rivoluzionari, principalmente per volere di Giuseppe Mazzini (1805-1872), che lo scelse come simbolo della Giovine Italia. Nel 1848, durante le Cinque Giornate di Milano, le truppe del re di Sardegna Carlo Alberto (1798-1849) marciarono sotto le insegne del Tricolore, che divenne così l’effige del desiderio di unità nazionale. Quando il Piemonte cominciò a unificare l’Italia, nel centro dello stendardo fu inserito lo stemma dei Savoia, una croce bianca su fondo rosso, bordato di azzurro per evidenziarne i contorni.
Anche nella Repubblica Sociale Italiana, stato fascista fondato nel settembre 1943 e dissoltosi all’aprile 1945, Benito Mussolini (1883-1945) continuò a utilizzare il tricolore, ma fece sostituire il simbolo monarchico con un’aquila, che copriva parzialmente il verde e il rosso. Il 2 giugno del 1946, infine, con la proclamazione della Repubblica, l’insegna sabauda fu rimossa.
La bandiera italiana diventò quella attuale, con i tre colori a simboleggiare l’unità, la libertà e la democrazia. La Costituzione la sancisce con l’art.12, che recita così: “La bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano, verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni”.

Estratti dalla rivista mensile "BBC History", (Italia) n. 17 settembre 2012. Compilati, digitati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

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