VITA QUOTIDIANA IN ANTICHI EGITTO - ABITAZIONI


Gli antichi Egizi, nelle città più grandi, costruirono anche case a più piani. Come questa.

MOLTE STANZE, STRETTI VICOLI
Quando nelle città la popolazione aumentò (per esempio a Tebe, oggi Luxor, nel Nuovo Regno, fra 3 mila e 3.500 anni fa), le abitazioni, di solito a un solo piano e semplicissime, si ampliarono. Era infatti comune aggiungere nuove stanze quando i figli si sposavano. Queste grandi case si trovarono quindi affacciate su stretti vicoli intricati. Soltanto gli artigiani e gli scribi potevano però permettersele. Gli operai si accontentavano di “monolocali”, mentre i nobili avevano ampie residenze con giardini.

ZONA NOTTE: SEMPLICE E FRESCA

Le stanze da letto erano spaziose e arieggiate. I letti erano semplici, singoli e dotati di un telaio mobile di legno, per poterli spostare sul tetto dell’abitazione (dove si poteva anche mangiare) se faceva caldo. Le famiglie più benestanti usavano cuscini di piuma.

LA DISPENSA DELLE GRANAGLIE

In un deposito all’aperto realizzato in mattoni di creta, nelle zone più asciutte della proprietà, venivano conservati frumento, orzo e altri cereali.

POLLI IN CORTILE E IN TAVOLA

Nei cortili si allevava pollame. Carne, uova e piume andavano principalmente alla famiglia. Ma alcuni di questi prodotti erano venduti al mercato.

STUOIE DI ROBUSTE FOGLIE DEL NILO

Nelle stanze da letto il pavimento era coperto da stuoie di foglie lunghe e resistenti, di piante che crescevano sulle rive del Nilo.

PASSIONE PER IL PATIO

I sudditi dei faraoni amavano avere sul tetto diversi patii. Avevano coperture di paglia e sostegni in legno; qui si teneva il cibo per l’uso quotidiano.

PAVIMENTI SECONDO IL CETO SOCIALE

Il pavimento delle case dei ricchi era coperto da lastre provenienti dal Sinai o dalle montagne dell’attuale Libano. Nella maggior parte delle abitazioni, però, i pavimenti erano in terra battuta, di sabbia e creta: andavano spruzzati d’acqua di tanto in tanto, per mantenerli compatti.

L’IMPORTANZA DELLE CANTINE

Gli Egizi costruivano cantine sfruttando i dislivelli del terreno. Vi immagazzinavano cibo, vino e altri alimenti.

A cura di Irene Merli, estratti "Focus Storia", ottobre 2016, n.120 Mondatori, Milano, pp.80-81.  Compilati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

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