LE DIETE NON SONO SEXY


"Non esiste una cosa come il peso giusto per l’altezza giusta, ma solo medie approssimative. E io, che ho una figura perfetta, posso dirvi che il concetto di dieta non ha niente a che vedere con il diventare così sottile che quando vai ad un party e ti metti di profilo pensano che te ne sei già andata via"
Miss Piggy

Nel 2002 uscì il film di Patricia Cardoso (tratto dall’omonima opera teatrale di Josefina Lopez) "Real Women Have Curves" (Le donne vere hanno le curve) con protagonista la giovanissima America Ferrera, poi diventata celebre con la serie tv Ugly Betty. Il film parla della storia di Ana, adolescente sovrappeso schiacciata dalla personalità di una madre che per lei vuole una dieta efficace e un rapido matrimonio. Ana maturerà il coraggio per vivere la propria vita, trovando persino un grande amore che le dirà di amarla così com’è, senza bisogno di alcuna dieta. Prima di lei toccò a Bridget Jones, trentenne single inglese, protagonista del Il diario di Bridget Jones (celeberrimo romanzo di Helen Fielding e omonimo film interpretato da Renée Zellweger) che, dopo una vita passata ad appuntare nel diario i chili persi, le calorie ingerite e le sigarette fumate, perennemente a dieta e in lotta con i chili di troppo, troverà il grande amore della vita, Marc Darcy, che le dirà “mi piaci così come sei”.

Più recente e attuale è poi la trama di "Drop Dead Diva", il legal drama americano che ha come protagonista la formosa Brooke Elliott e racconta la vita di Deb, una modella californiana che giunta in paradiso in seguito a un incidente d’auto viene rispedita sulla terra nel corpo di Jane, brillante avvocatessa plus size. Inizialmente inorridita e delusa dalla nuova forma fisica, Deb/Jane è però affascinata dalla straordinaria intelligenza acquisita e scopre giorno dopo giorno il significato della bellezza interiore. Naturalmente riuscirà, anche in un nuovo corpo, a sedurre e far innamorare l’ex fidanzato della vecchia Deb. “La bellezza appartiene a ogni taglia e forma, e per essere belli occorre avere fiducia in se stessi”: questo, nelle parole dell’ideatore e produttore Josh Berman, il messaggio della serie. “Ciò che Jane scopre è una sicurezza che viene da dentro e che non aveva prima, quando era una taglia zero, e che invece ha adesso. La bellezza interiore non è qualcosa che siamo abituati a vedere normalmente in TV, soprattutto a Hollywood, dove tutti sono ossessionati dall’immagine”, e i canoni estetici sembrano già essere univocamente definiti, aggiungo. Insomma, se non lo avete ancora capito, per sedurre un uomo e farlo innamorare occorre essere se stesse, piacersi per piacere, e non c’entra nulla essere magre. La verità è che per gli uomini non è interessante né fondamentale sapere quale sia la nostra taglia. Noi sappiamo esattamente quanto misura il collo del nostro fidanzato e siamo in grado di acquistare per lui una camicia che gli calzi a pennello, ma dubito fortemente che i nostri compagni sappiano quanto pesiamo, quanto misura il nostro girovita o quale sia la nostra taglia. A loro non interessa poi così tanto. Diciamo la verità, quando pensiamo di voler dimagrire lo facciamo soprattutto per noi stesse, non per piacere agli uomini.

Quello della taglia e dei chili di troppo è tutto un problema intra-genere: dobbiamo essere più magre delle nostre amiche e sorelle, magre come le modelle. Helen Rowland, giornalista e umorista americana, diceva che “il momento più elettrizzante nella vita di una donna è individuare quelle più grasse di lei”. E in effetti la competizione sui chili si consuma in un terreno completamente femminile: è con le amiche e conoscenti che parliamo di cellulite, di grasso, di diete. “Come sei dimagrita”, diciamo all’amica sperando di farle un complimento. “Non sei affatto grassa”, ci dice nostra madre per consolarci. Non c’è niente di più noioso per un uomo che assistere a questo tipo di discorsi. Agli uomini piacciono le donne che non si ossessionano e che sanno essere sexy perché si piacciono. Sono sicure, disinibite, rassicuranti e sensuali. Sanno valorizzare la loro femminilità e non si mortificano.

Agli Uomini Piacciono le Curve

Esiste qualcosa di meno attraente di una donna ossessionata dal cibo e dal peso? Nonostante i media e la società impongano alle donne un modello femminile androgino, nell’immaginario maschile a essere sexy sono le donne vere, quelle con le curve. Secondo un’indagine condotta in Italia nel marzo 2012 da un’agenzia di mood marketing communication, e riportata dal magazine Elle.it, su un campione di 1.200 uomini tra i 25 e i 55 anni l’81 per cento dei maschi italiani preferisce le donne formose, ritenute più femminili (65 per cento) e seducenti (52 per cento), rispetto alle donne filiformi. Dunque la domanda è: se agli uomini piacciamo con le curve, perché vogliamo essere magre a tutti i costi? Per piacere a chi? Lui cerca la donna giocosa e provocante, che lo faccia sentire maschio, naturale e che si faccia guardare, stile Kim Basinger nel film 9 settimane e ½.

Le donne formose sono state anche protagoniste di un’altra ricerca condotta dalle università di Pittsburgh e di Santa Barbara secondo la quale le donne a clessidra, con vita stretta, fianchi ovali e seno generoso, sono molto più intelligenti e più desiderate dagli uomini rispetto alle colleghe filiformi. Secondo lo studio a determinare questo primato sarebbe proprio l’accumulo di acidi grassi (Omega 3) sui fianchi e sulle cosce. Tornando alla ricerca condotta in Italia, in cima alla classifica delle donne più amate dagli uomini si piazza la diva del Burlesque Dita Von Teese (69 per cento), al secondo posto Monica Bellucci (63 per cento), al terzo posto c’è la bellezza mediterranea di Rossella Brescia (59 per cento), ballerina e presentatrice radio-televisiva. Al quarto posto l’attrice Scarlett Johansson (56 per cento) che è diventata testimonial di importanti marchi di moda senza, parole sue, aver mai seguito diete o essere andata in palestra. Al quinto la showgirl Belen Rodriguez (51 per cento). A seguire, Melissa Satta, Kate Winslet, Beyoncé, Milly Carlucci, Irina Shayk. Solo al quindicesimo posto, con il 18 per cento delle preferenze, la scheletrica modella Kate Moss.

La Seduzione del Gioco

Nello spettacolo della seduzione – dove il successo non è dato dalla bellezza o dalla perfezione del corpo, ma dall’abilità di affascinare con ironia, libertà, sensualità e gioco – divertirsi e divertire è il motivo del successo del Neo Burlesque.

Il Burlesque è un genere di spettacolo nato a metà dell’Ottocento nell’Inghilterra vittoriana ed esportato in America, ripreso dalle dive degli anni Trenta e oggi, complice lo slancio e l’interesse per il vintage, reinterpretato nel Neo Burlesque. I nomi più famosi delle artiste burlesque del panorama contemporaneo sono Dirty Martini, Julie Atlas Muz, le Pontani Sisters, oltre a Dita Von Teese: performer dai fisici imperfetti, dai corpi straripanti, e consapevoli della loro sensualità. Le divine tutte curve del Neo Burlesque sono un inno alla libertà del corpo e alla bellezza dell’imperfezione. È l’atipicità di questi corpi così imperfetti e così veri che caratterizza questa forma di spettacolo. La celebrazione della sensualità femminile attraverso il mix conturbante di allegria e consapevolezza: un’affermazione intima e politica della bellezza potenziale di ogni corpo, senza riguardo all’età o alla fisicità.

E il Burlesque piace per questo: perché mostra donne che sono a proprio agio nel loro corpo nonostante esso sia decisamente lontano dagli stereotipi del corpo femminile così come imposto dalla società contemporanea. Donne anche dal carattere sfaccettato: forti, solidali, libere e che non si prendono troppo sul serio. Ma c’è dell’altro. Per qualcuno il Neo Burlesque è una vera e propria rivoluzione, perché infonde sicurezza e voglia di sdrammatizzare, spingendo le donne ad accettarsi così come sono, che è il modo più infallibile per piacere agli uomini.

Mi è capitato di assistere dal vivo a uno spettacolo di Dirty Martini, 90 chili di sensualità e burrosità, e di fare quattro chiacchiere con lei a proposito dei corpi delle donne. “Come per il Burlesque delle origini, che era una vetrina per molti fisici femminili diversi, di diversa nazionalità, la stessa cosa accade per il Neo Burlesque. In particolare in America incarna lo spirito delle differenze di una popolazione fatta di immigrati in cui tutti i corpi devono essere lodati e ammirati. È una celebrazione delle donne e del loro potere sessuale”, mi ha detto.

Eros e Curve

In un panorama completamente monopolizzato dagli uomini, come quello dei film a luci rosse, Erika Lust (regista, scrittrice e fondatrice della Lust Film di Barcellona; realizza film e libri per soli adulti, dedicati al mondo femminile) ha pensato che potesse esistere un altro tipo di pornografia, rispetto a quella “tradizionale”. Semplicemente, ha voluto realizzare film che le donne potessero guardare e apprezzare senza sentirsi ferite o molestate da certe trame, certe immagini pensate e girate esplicitamente per un pubblico maschile in cui le donne non sono mai protagoniste, ma fungono solo da mezzo per raggiungere il piacere. Così sono nati i suoi tre film "Five Hot Stories for Her" (2007), "Barcelona Sex Project" (2008) e l’ultimo "Life Love Lust" (2010).

Per parlare di sex appeal al femminile non potevo non andare da un’autorità del genere. Ho incontrato e intervistato Erika e mi sono fatta raccontare qualcosa di più del suo lavoro e di come lei, decisamente esperta in materia, interpreti il sex appeal. Per prima cosa mi ha detto che il sex appeal non ha nulla a che fare con la taglia. Nei suoi film sceglie attrici di taglie diverse perché è convinta che la varietà di corpi sia una cosa fantastica da vedere. “Qui le donne”, mi spiega Erika, “non sono solo un oggetto, ma si divertono e si godono la propria sessualità”. Per Erika la bellezza è qualcosa che ha ben poco a che fare con la taglia, ma viene irradiata dall’interno, una specie di energia magnetica che le donne trasmettono.

Se Solo Fossero State un Po’ Più Curvy...

Molto più che una serie televisiva, "Sex and the City" ha rappresentato una vera e propria rivoluzione culturale: milioni di donne in tutto il mondo si sono appassionate alle vicende delle quattro amiche newyorkesi Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte. Le quattro di "Sex and the City" hanno rivoluzionato il modo di concepirsi sdoganando un nuovo femminismo fatto di sesso e sensualità, in cui essere single non è un un’onta, una sciagura o qualcosa di cui vergognarsi, ma una meravigliosa opportunità e uno stile di vita trendy. Donne over trenta, brillantemente impegnate, bellissime e alla moda: anche senza fidanzato. Una rivoluzione per il genere femminile, dove essere madri e mogli a tutti i costi è un onere da cui difficilmente riusciamo a liberarci. In "Sex and the City", serie tv tratta da un romanzo di Candace Bushnell e che ha fatto di attrici come Sarah Jessica Parker e Kim Cattrall delle icone di un’intera generazione, le quattro amiche alla ricerca di loro stesse, del loro posto nella società, di amore e di sesso a Manhattan, sono diventate per tutto il tempo della messa in onda (dal 1998 al 2004) una vera e propria ossessione culturale, indicativa delle nuove tendenze, dai vestiti, alle scarpe, ai posti dove cenare. E infatti molte scene sono ambientate in ristoranti e famose pasticcerie dove le quattro amiche conversano mentre mangiano, senza curarsi troppo di diete. E nelle puntate si parla di amore, amicizia, maternità, omosessualità, lavoro, carriera, morte, salute, chirurgia estetica ed età.

Se "Sex and the City" è stata una serie storica perché ha sdoganato il sesso raccontato dalle donne, una rivisitazione più attuale del format non potrebbe non considerare temi come il corpo, le forme e l’ossessione femminile per il grasso. Le moderne ed emancipate amiche degli anni 2012 sarebbero probabilmente meno skinny di Sarah Jessica Parker, avrebbero le curve e se le porterebbero con stile. Donne come Caitlin Moran, per esempio: la nuova icona di donna postmoderna. Caitlin Moran ha 36 anni e da 18 scrive per i principali quotidiani inglesi. Lo scorso anno ha vinto il British Press Award e ora l’esilarante opinionista dal look eccentrico del “Times” (ha una striscia di capelli bianchi sulla chioma corvina) si è raccontata nel suo ultimo libro, "How To Be a Woman", uscito in Italia con il titolo "Ci vogliono le palle per essere una donna" (Sperling & Kupfer, 2012). Lì interpreta un personale concetto di femminismo postmoderno. La Moran non parla di reggiseni da ardere, ma piuttosto di ceretta, di chirurgia plastica, della preoccupazione per i pantaloni troppo stretti e si sofferma anche sul rapporto che le donne hanno con i chili di troppo. Nel capitolo "Sono grassa" racconta la sua adolescenza di ragazza sovrappeso e del travaglio che accomuna tutte le donne alla disperata ricerca di perdere i chili di troppo. Scrive: “Potreste trascorrere il resto della vita a ossessionarvi per i buchi che avete sul retro delle cosce, per il gonfiore della pancia oppure perché quando correte sentite i glutei battere l’uno contro l’altro come le palline Clic Clac, ma comportarsi così vorrebbe dire essere inconsciamente convinte che prima o poi sarete costrette a spogliarvi di fronte a una commissione che vi giudicherà con voti da uno a dieci. Tutto questo non succederà a meno che non vogliate candidarvi per partecipare ad "America’s Next Top Model". Ciò che accade al vostro reggiseno e nelle vostre mutande rimane nel vostro reggiseno e nelle vostre mutande. Se siete in grado di trovare un vestito che vi stia bene e riuscite a fare di corsa tre rampe di scale, allora non siete grasse”.

Una Definizione di Sex Appeal

Che non ha nulla a che fare con la forma del corpo lo abbiamo capito, piuttosto si tratta dell’interpretazione che diamo a esso: presupposto del sex appeal è l’amore per il proprio corpo. Solo piacendo a noi stesse si può piacere agli altri ed esercitare un irresistibile fascino. Preoccuparsi di ciò che non si è (estremamente magre, per esempio) può portare a ossessionarsi per dettagli irrilevanti e trascurare i reali punti di forza: una criniera di capelli gloriosa, un sorriso favoloso, uno sguardo ammaliante, il senso dell’umorismo. L’ossessione è l’antitesi del sex appeal.

Di Martina Liverani, estratti "10 Ottimi Motivi Per Non Cominciare Una Dieta",Laurana Editore, Milano,2012, pp.65-71.  Compilati, digitati e adattati per essere postato per Leopoldo Costa.

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